“Ci avete fatto capire il vero significato di “STATO DI FURIA”. Quel pochitto che possiamo fare è dirvi che ci dispiace e che il doppiaggio ed i sottotitoli della versione italiana di Neon Genesis Evangelion saranno presto sistemati (e, nel mentre, abbiamo rimosso il doppiaggio).”
Scrive così, con un dubbio umorismo i canale ufficiale di Netflix che reagisce alla polemica nata dal pessimo doppiaggio della sua versione di Nenon Genesis Evangelion, opera cult acquisita dal celebre canale streaming e devastata con sottotitoli terribili.
La vicenda di Neon Genesis Evangelion ha fatto molto discutere e dovrebbe far pensare anche a due elementi: il primo è il livello di odio che troviamo ormai in rete, scatenato da qualsiasi cosa e motivo.
L’altro è lo squallore dell’intrattenimento attuale, con serie copia incolla, assenza di originalità e incapacità di valorizzare i grandi classici del passato.
L’adattamento messo in croce dai fan è quello di Gualtiero Cannarsi, aspramente criticato per alcune scelte stilistiche che hanno stravolto la terminologia originale che i fan conoscevano e amavano.
Evangelion è stato addirittura rimosso in attesa di una nuova versione.
Una vera e propria debacle di fronte a una mossa che, se fosse stato mantenuto tutto com’era, poteva significare il grande ritorno di una delle opere più straordinarie di sempre.
Netflix ha dato vita a un qualcosa che potremmo chiamare la bolla delle serie tv.
Un meccanismo basato sull’attesa, la serialità, su meme e hype che francamente speriamo di vedere finire al più presto.
La qualità delle serie così come quella dei film sono a dir poco precipitate e, nonostante gli enormi investimenti, Netflix è diventato più un antidoto alla noia che un elemento culturale capace di accrescere il mondo delle serie tv e del Cinema.
Dopo la vicenda Evangelion, di sicuro la compagnia ci penserà due volte prima di rimettere le mani su grandi classici.