Micron ha confermato di aver parzialmente riaperto le forniture per Huawei.
Secondo l’azienda, il ban di Trump non comprende alcuni dei suoi prodotti.
La conferma arriva dal CEO Sanjay Mehrotra.
“Abbiamo stabilito che possiamo legittimamente riprendere le consegne di un sottoinsieme degli attuali prodotti perché non sono soggetti alle norme sula gestione delle esportazioni e alle limitazioni relative alla ”entity list”.
Secondo quanto disposto dagli USA, l’azienda cinese non può essere rifornita di prodotti che vantino almeno 25% di materiali e tecnologie provenienti dagli USA.
LA società ha quindi sfruttato un cavillo per continuare a servire Huawei.
Questo dimostra quanto il ban della società sia poco gradito in ambiente USA, dove numerosi produttori temono gravi danni all’economia proprio dalla scelta di Trump.
Huawei è infatti per molti uno dei clienti principali.
Il divieto di vendita a un cliente del genere potrebbe costare moltissimo all’economia tech americana.
Migliaia di posti di lavoro potrebbero infatti saltare.
“C’è tuttavia un persistente e notevole grado di incertezza sulla situazione di Huawei e non siamo in grado di prevedere né i volumi, né per quanto tempo saremo in grado di consegnare prodotti a Huawei”, ha aggiunto il CEO di Micron.
Che la mossa di Micron possa significare un cambiamento imminente?
Le casse USA potrebbero aver fatto i conti, valutando eccessivo il ban.
In ballo ci sono molti elementi nel corso di quella che è diventata una vera e propria guerra economica.
Per il momento Micron è riuscita ad aggirare il ban, staremo a vedere se anche altre società riusciranno a fare lo stesso.
Quello che è certo è che negli USA lo scontro abbia raggiunto dimensioni differenti.
Il mercato infatti è in conflitto con il governo e il futuro di questa frizione è davvero incerto.
Nel frattempo Huawei, nonostante il calo della produzione, sembra comunque reggere con buoni risultati di vendita dei suoi device.