Le meccaniche della “SEO” interna a Facebook stanno diventando ogni giorno più complesse, in particolare di fronte alla lotta ai contenuti fraudolenti, allo spam e alle fake news intrapresa dall’azienda.
Ecco quindi che la prerogativa per avere una buona visibilità su Facebook diventa per prima cosa partire da una buona base. Una pagina senza un buon numero di persone interessate alla tematica che interagiscono e condividono non va da nessuna parte. La costruzione di una community, purtroppo è però strettamente legata al denaro, e adesso vi spieghiamo perché.
Sperimentando sul social, diventa infatti evidente come il semplice postare anche contenuti studiati ad hoc quindi con forti componenti visive, video e quant’altro non premia e raccoglie spesso un numero di visualizzazioni davvero misero. E non stiamo parlando di visualizzazioni intenzionali, ma di apparizione del nostro contenuto sulla pagina di qualcuno che magari ci segue. Diventa così basilare affidarsi alle non troppo costose campagne offerte dalla piattaforma con la promessa di farci conoscere da un bacino di utenti molto vasto. Il sistema di targeting è piuttosto efficace anche se capita spesso di trovare like sospetti provenienti da paesi arabi e da altre nazioni più difficilmente verificabili che fanno pensare a un sistema leggermente imperfetto che tende a mostrare i nostri contenuti a persone che non hanno molto a che vedere con l’obiettivo che puntavamo.
Una buona campagna, specialmente se mantenuta ci permette però di ottenere quel numero di follower che diventeranno poi destinatari dei nostri post, dove, in questo caso la nostra capacità di SSM e l’effettiva qualità di ciò che pubblichiamo diverranno finalmente la ragione del nostro successo o del nostro insuccesso.
In conclusione Facebook non permette davvero di iniziare da zero e, senza una campagna a pagamento difficilmente anche la pagina più brillante (salvo pagine con una community già presente), riusciranno a ottenere un qualche tipo di risultato.