Quando si parla di hard disk esterni, si fa riferimento a dispositivi rimovibili che possono essere utilizzati per archiviare file attraverso la connessione a una console o a un computer che fungono da elaboratore principale. Essi si differenziano dagli hard disk interni perché sono dotati di un case che rende possibile trasportarli e, al tempo stesso, li rende resistenti rispetto agli urti. La connettività è possibile con diverse tipologie di porte, anche se attualmente nella maggior parte dei casi si tratta di USB 3.0. Scegliere un modello di hard disk esterno o l’altro vuol dire decidere per quale tipo di alimentazione si intende optare e stabilire di quali dimensioni si ha bisogno. A tal proposito, le dimensioni sono espresse in pollici, e indicano il diametro del disco a rotazione che si trova all’interno dell’hard disk.
Le dimensioni e l’alimentazione degli hard disk
Sono due gli standard disponibili per le dimensioni degli hard disk esterni: i più piccoli sono da 2.5 pollici e hanno il pregio di risultare più leggeri, oltre che più semplici da trasportare; i più grandi, invece, sono a 3.5 pollici, consigliati per essere impiegati su scrivania e più resistenti rispetto ai primi. Per quanto concerne gli hard disk interni, è sufficiente sapere che quelli montati dentro i computer portatili sono da 2.5 pollici, mentre quelli presenti nei computer tower sono da 3.5 pollici.
La distinzione più importante, tuttavia, può essere individuata nel tipo di alimentazione, dal momento che questo parametro influenza le prestazioni degli hard disk. In linea di massima gli hard disk da 2.5 pollici sono quasi sempre auto-alimentati e, tramite l’impiego di una o due USB, favoriscono il funzionamento plug and play per consentire l’alimentazione del disco esterno. Il punto di forza di queste soluzioni è costituito senza ombra di dubbio dalla facilità di utilizzo, ma non si può dimenticare che l’auto-alimentazione è a tutti gli effetti un vincolo al terminale. Per i dischi di vecchia generazione, inoltre, il collegamento con due USB (una per l’alimentazione e l’altra per il trasferimento) potrebbe non essere ottimale perché le porte USB di console e computer potrebbero essere già occupate. D’altro canto, chi usa i dischi ad alimentazione esterna non può fare a meno di avere sempre a portata di mano una presa di corrente.
Gli SSD portatili
Negli ultimi tempi il settore portatile è stato arricchito e valorizzato dall’arrivo sul mercato di soluzioni che garantiscono prestazioni molto più alte di quelle dei dischi da 2.5 pollici, vale a dire gli SSD portatili. Tali dispositivi hanno il vantaggio delle dimensioni ridotte, che si concretizza in una maggiore facilità di trasporto, ma hanno anche un costo superiore: insomma, se si è interessati ad acquistarli è necessario capire di che tipo di prestazioni si è in cerca.
Quale hard disk esterno scegliere?
Il mercato propone così tante tipologie di hard disk esterni che per un utente poco esperto potrebbe risultare quasi difficile orientarsi e scegliere. Per quel che concerne i dischi da 3.5 pollici, si può puntare senza timore di sbagliare sul Seagate Expansion da scrivania, contraddistinto da un design molto speciale e un connettore doppio USB 3.0. Quattro piedini ad hoc permettono di appoggiare il prodotto su qualsiasi superficie: l’ingombro è decisamente contenuto, con dimensioni di 17.6 x 12 x 3.7 cm. Sul fronte dei dischi da 2.5 pollici, invece, vale la pena di prendere in considerazione il Maxtor M3, che fa della leggerezza il suo punto di forza. Si tratta della soluzione ideale per chi vuol tenere i propri dati sempre con sé: il prezzo è contenuto e conveniente in rapporto alla velocità garantita, anche perché Seagate è un brand riconosciuto e di qualità nel settore.